Durante il Consiglio regionale che si è svolto il 26 e 27 febbraio 2025, il Capogruppo di Pour l’Autonomie, Aldo Di Marco è intervenuto nell’ambito della discussione generale sulle proposte di legge relative alla riforma elettorale, su un ordine del giorno a firma dei quattro Capigruppo di maggioranza, sull’emendamento presentato da Rassemblement Valdôtain, e nella conclusiva dichiarazione di voto.
Intervento in discussione generale
«Oggi finalmente la riforma elettorale approda in quest’Aula con la discussione di quattro proposte di legge – come tutti sappiamo due sono state ritirate stamattina, e una quinta alcune settimane fa – a cui va ad aggiungersi quella elaborata in I Commissione da una di esse. E ci arriva con considerevole ritardo ben oltre l’ultimo minuto utile, dopo un lungo e travagliato percorso durato anni che ha visto tutti i Partiti e Movimenti politici valdostani esprimersi sulla sua opportunità ma poi, nonostante le ipotesi di accordo a più riprese sbandierate durante l’estate 2024, non riuscire a concretizzare neppure una proposta comune, irrigidendosi progressivamente su posizioni tra loro diverse e contrastanti».
«Comincio con il dire che per quanto riguarda il nostro Gruppo consiliare, come riportato nel comunicato stampa del 4 agosto 2023, abbiamo preferito, invece che avanzare una nostra proposta, procedere all’esame attento e accurato di quelle via via presentate dai diversi schieramenti. Questa scelta è stata motivata dal convincimento che per raggiungere l’obiettivo auspicato fosse necessario raggiungere una convergenza su un unico testo, fondata su un’unità di intenti e di vedute il più ampia possibile, attraverso il confronto ma soprattutto il compromesso».
«Per quanto attiene alle diverse proposte di legge sul tavolo, non procederò ad esaminarle singolarmente ma mi limiterò a dire che a nostro parere, ognuna di esse ha indiscutibilmente degli elementi di forza e degli elementi di debolezza; e ciascuna di esse ha dei contenuti che ci sentiamo di condividere, e dei contenuti che sono quanto di più lontano dalla nostra visione. Ma una sola è frutto di un reale confronto, ed è quella predisposta dalla Commissione competente, a cui andrà il nostro sostegno e di cui, per rispondere alle affermazioni di una collega, siamo anche noi firmatari».
«Da che mondo è mondo, in democrazia la politica è l’arte del compromesso che il Dizionario Enciclopedico Treccani definisce genericamente come “accordo, impegno reciproco assunto da più persone di procedere a un’azione d’interesse comune”. E quando parlo di compromesso faccio riferimento al processo spesso arduo ma indispensabile che porta chi è chiamato ad assumere decisioni nel nome della comunità, a fare al contempo un passo avanti verso le ragioni dell’altro ed un passo indietro rispetto alle proprie, in maniera reciproca ed alternata, così da pervenire a determinazioni congiunte che se da un lato non rispecchiano interamente il punto di vista di nessuno, dall’altro vedono rappresentato anche se in modo parziale il punto di vista di tutti».
«Seppur tardivamente rispetto alle nostre aspettative ed a quelle dei valdostani, la I Commissione ha vagliato le quattro proposte di legge, esprimendo parere contrario su tre, e parere preliminarmente favorevole su una, di cui ha proceduto successivamente a stilare una nuova versione sulla base delle priorità individuate dai quattro Gruppi di maggioranza. La risultante è un testo che non si può attribuire solo ad una forza politica, bensì a tutte quelle che si sono attivamente impegnate nella sua stesura, e che secondo noi costituisce una soluzione di equilibrio e di sintesi in grado di dare risposta alla collettività valdostana, e di ben rappresentarne gli interessi».
«Due le disposizioni di questo articolato che consideriamo particolarmente importanti: la sostituzione del comma 2 dell’articolo 1 della legge regionale 3/1993 con cui si introduce la facoltà di esprimere preferenze, all’interno della lista votata, per un numero di candidati non superiore a tre; e la sostituzione dell’articolo 34 della legge regionale 3/1993, il cui nuovo terzo comma stabilisce che nel caso di espressione di tre preferenze almeno una deve riguardare candidati di genere diverso, pena l’annullamento dell’ultima preferenza. Con la prima si va a superare la preferenza unica, introdotta con la modifica della legge regionale 3/1993 apportata con la normativa 7/2019, ristabilendo la regola delle tre preferenze, formula secondo noi più idonea a garantire una rappresentanza più proporzionata. Con la seconda si compie un fondamentale passo in direzione della promozione della parità di genere tra donne e uomini nell’accesso alle cariche elettive, finalizzato a risolvere la questione della scarsa presenza femminile all’interno del Consiglio regionale, assicurando una rappresentanza di genere più bilanciata ed equilibrata».
«L’applicazione dei due predetti provvedimenti porterà tre indiscussi benefici: restituire agli elettori una maggiore facoltà di scelta dei propri rappresentanti; incentivare la parità di genere – vogliamo ricordare a tutti che grazie alla nuova normativa di disciplina delle elezioni comunali recante disposizioni analoghe a quelle prospettate adesso per le elezioni regionali, è aumentata in maniera significativa la presenza femminile nei Consigli dei nostri Comuni; e infine superare le difficoltà e le comprensibili confusioni che sono emerse durante le elezioni del 2020, in seguito alle diverse modalità di voto tra comunali e regionali – non a caso in nostro Gruppo consiliare ha chiesto ed ottenuto di discutere contemporaneamente la riforma elettorale e il disegno di legge 180 relativo allo svolgimento dell’election day 2025».
«Come Pour l’Autonomie non possiamo che dichiararci al contempo soddisfatti e insoddisfatti da quanto predisposto in sede di Commissione. Soddisfatti per aver contribuito ad una proposta che confidiamo possa incontrare il favore di altre formazioni politiche, come noi determinate a dare alla nostra Regione una nuova norma riguardante le elezioni regionali. Insoddisfatti perché mancano all’appello di questa proposta diversi altri temi, tra cui in primis quello relativo alle soglie di sbarramento, che ci auguravamo potessero trovare una nuova definizione. Ma questo rientra appunto nell’arte del compromesso e della mediazione tra forze politiche e all’interno di esse, e da Movimento politico le cui scelte sono state indirizzate sempre alla realizzazione del bene comune dei valdostani, non ci sottrarremo alla responsabilità di esprimerci in favore di un testo che consideriamo la migliore alternativa che è ad oggi possibile adottare».
«Siamo ben consapevoli del risultato incerto del voto che ci apprestiamo ad esprimere, su cui grava, a causa del già rimarcato ritardo, l’incognita di un ricorso allo strumento referendario da più parti ventilato, nonché dell’esito dell’esame degli emendamenti presentati, ma vogliamo sperare che a prevalere siano il buonsenso e non la contrapposizione, l’apertura e non la chiusura, ma soprattutto la volontà di permettere al popolo valdostano di andare a votare con nuove regole sebbene incomplete, invece che di costringerlo a rinnovare una modalità di voto che certamente ha mostrato le sue insite fragilità. Come spesso avete sentito affermare nei nostri interventi, esiste sempre una grande differenza tra il mondo perfetto e il mondo concreto e presente. In un mondo politico perfetto, maggioranza ed opposizione si sarebbero date battaglia per i cinque anni di questa legislatura giungendo infine a prezzo di lacrime e sangue ad un progetto di riforma elettorale ampiamente condiviso, ma questo non è un mondo politico perfetto ed a testimoniarlo sono il gran numero di proposte di riforma presentate, e le prese di posizione tra loro inconciliabili su cui si sono arroccati i diversi raggruppamenti politici».
«Ora che siamo giunti alla resa dei conti, si tratta crediamo di affrontare e risolvere un duplice dilemma di prospettiva, che ridotto all’essenziale suona più o meno così: tornare al voto con le stesse regole del 2020, accettando tutte le conseguenze negative che questo comporta, tra cui il riproporsi di una situazione di netta prevalenza del genere maschile rispetto a quello femminile in Consiglio regionale; oppure mettere da parte ogni idea preconcetta ed integralista, e appoggiare un testo che segna una nuova strada di compromesso portando indiscussi vantaggi alla nostra comunità. Pour l’Autonomie ha già scelto con convinzione e coraggio la seconda opzione, lavorando a questa iniziativa e sostenendola con forza oggi in Aula, ed il nostro auspicio è che possa essere valutata dai colleghi esattamente nell’ottica in cui è stata predisposta: un testo certamente perfettibile ma a suo modo efficiente ed efficace a dare piena voce al corpo elettorale valdostano ed alle istanze espresse dalla nostra società civile e dalla nostra politica in materia di parità di genere».
Il Capogruppo Di Marco ha chiuso l’intervento esprimendo la sua perplessità per l’uscita dall’Aula di alcuni Gruppi di minoranza, avvenuta all’inizio della discussione generale dopo aver formulato critiche e rimproveri alle forze di maggioranza e senza dargli modo di replicare come sarebbe stato dovuto, e di aprire un corretto ed aperto confronto che è il sale di ogni democrazia.
Intervento su ordine del giorno
«Ho già chiarito nel mio intervento quale è la nostra posizione in merito alla questione della parità di genere nell’accesso alle cariche elettive. Pertanto, daremo il nostro voto favorevole a questo ordine del giorno che impegna il Consiglio regionale a portare in I Commissione il tema della presenza di entrambi i generi all’interno della Giunta regionale, affinché le diverse forze politiche possano affrontarlo attraverso un’attenta discussione ed un aperto confronto».
Intervento su emendamento
«Nel mio intervento in discussione generale, ho già precisato che tra le nostre priorità nell’ambito della nuova legge di riforma elettorale c’era anche quella di rivedere in senso riduttivo le soglie di sbarramento, quindi condividiamo pienamente le intenzioni ed i motivi che portano i proponenti di questo emendamento ad esprimersi in tal senso.
Nello stesso intervento ho però anche precisato che la formulazione del testo da parte della I Commissione, votato dalle forze di maggioranza è stata la risultante di un difficile ed a volte travagliato percorso di compromesso. E per quanto ci riguarda il compromesso è stato proprio quello di fare un passo indietro rispetto alla richiesta di ridurre il quorum».
«Stando così le cose, ed essendo del tutto convinti della scelta che abbiamo compiuto, non riteniamo di poter dare il nostro appoggio a questo emendamento. Spero capirete che si tratta unicamente di una questione di coerenza, valore per noi importantissimo su cui abbiamo improntato tutto il nostro agire politico».
Intervento in dichiarazione di voto
Il Capogruppo Aldo Di Marco ha ribadito il sostegno di Pour l’Autonomie alla proposta di legge così come rielaborata dalla I Commissione, per poi passare di seguito a precisare che nell’anno in cui ha ricoperto la carica di Consigliere «di confronti sulla legge elettorale ne abbiamo fatti tanti sia con i Movimenti di maggioranza che con i Movimenti di opposizione, ma poi» ha aggiunto «siamo arrivati ad un incontro in cui ci è stato detto “o così o pomì”, e visto che non è possibile dialogare quando si ha un muro davanti e qualcuno crede che la propria proposta di legge sia la migliore e tutte le altre non valgano nulla, abbiamo preso delle altre strade, assunto altre decisioni, e fatto dei compromessi per raggiungere l’obiettivo, soprattutto rispetto alla preferenza di genere, così come ci chiedeva la comunità valdostana. Posso concordare sul fatto che non è ottimale e che si poteva fare di più, ma questa è stata la sintesi che hanno raggiunto le forze di maggioranza, e noi la voteremo convintamente».
Il testo di legge di riforma elettorale presentato dalla I Commissione e l’ordine del giorno sono stati approvati, mentre l’emendamento è stato respinto.
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