CONSIGLIO REGIONALE 12-13 LUGLIO 2023 – Gli argomenti trattati dall’Assessore all’Agricoltura e Risorse naturali Marco Carrel

13 Luglio 2023

In questo Consiglio regionale l’Assessore Carrel è intervenuto nella discussione generale sulla mozione con cui si chiedeva l’impegno del Governo regionale a portare sui competenti tavoli tecnici e in sede di Conferenza Stato-Regioni, la proposta di declassamento delle specie canis lupus e ursus arctos da “particolarmente protette” a “protette”, in quanto non più considerabili come specie a rischio di estinzione.

L’Assessore ha aperto il suo intervento a nome del Governo ricordando come la classificazione citata nella mozione sia stata definita dalla Legge nazionale n.157 dell’11 febbraio 1992 (Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio), poi recepita dalla Valle d’Aosta con la Legge regionale n.64 del 27 agosto 1994 (Norme per la tutela e la gestione della fauna selvatica e per la disciplina dell’attività venatoria).
Con la Legge nazionale la fauna selvatica è stata suddivisa in due categorie: le specie cacciabili e le specie non cacciabili dette “protette”; e sono state altresì precisate, all’articolo 12, come specie “particolarmente protette”: 12 specie o gruppi di specie di mammiferi (tra cui il lupo e l’orso), 32 specie o gruppi di specie di uccelli, e tutte quelle specie aggiuntive che sono indicate come minacciate di estinzione da Direttive comunitarie, Convenzioni internazionali o Decreti appositi del Presidente del Consiglio dei Ministri. Questa distinzione, ha evidenziato l’Assessore, ha però esclusivamente valenza sanzionatoria sia in ambito penale che amministrativo, cioè è diretta a stabilire le sanzioni da erogare in caso di abbattimento, che per le specie “particolarmente protette” sono più alte rispetto a quelle per le specie solamente “protette”, anche se esistono delle eccezioni come per lo stambecco per cui sono previste delle sanzioni superiori a quelle di altre specie “protette”.
Di seguito, con la Legge regionale sono state identificate le specie cacciabili, quelle “protette” e “particolarmente protette” presenti sul territorio valdostano, ma non si è ritenuto di aggiungere ulteriori sanzioni a quelle già contenute nella norma nazionale, come invece fatto da altre Regioni.
In base a quanto esposto, ha dichiarato l’Assessore, par più che evidente che proporre ai tavoli tecnici ed alla Conferenza Stato-Regioni il declassamento delle specie canis lupus e ursus arctos porterebbe all’unico risultato di veder modificate le sanzioni di abbattimento, ma non ci consentirebbe di raggiungere l’obiettivo auspicato di avere adeguati strumenti normativi per poter gestire le problematiche legate alle due specie.
La strada fino ad oggi intrapresa dall’Assessorato è stata quindi diversa ed ha riguardato nel dettaglio la questione del lupo, dato che per quanto attiene all’orso non ci sono attualmente segnalazioni della sua presenza nel nostro territorio.
In merito al lupo, l’Assessore ha sottolineato l’importanza cruciale della Direttiva comunitaria del 21 maggio 1992 – detta Direttiva “Habitat” – relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche, ed in particolare di tre suoi articoli. L’articolo 12, con relativo allegato IV, che individua le specie animali e vegetali che devono essere oggetto di tutela rigorosa (con divieto di abbattimento e di cattura), tra cui sono stati fatti rientrare il lupo e l’orso. L’articolo 14, con relativo allegato V, che stabilisce le specie il cui prelievo può essere oggetto di specifiche misure per assicurare la loro conservazione. Ma soprattutto l’articolo 16 secondo cui gli Stati membri possono derogare al divieto di abbattimento e cattura di esemplari di entrambe le predette due categorie a condizione che non esista altra soluzione valida e che la deroga non pregiudichi il mantenimento, in uno stato di conservazione soddisfacente, delle popolazioni della specie interessata.
Come Valle d’Aosta, ha riferito l’Assessore, abbiamo lavorato e stiamo ancora lavorando sui vari tavoli tecnici e politici per veder affermato il principio per cui attualmente il lupo sul territorio italiano si trova nello stato definito di conservazione soddisfacente dalla sopracitata Direttiva, e pertanto non è più necessario attuare strette misure per tutelarlo, bensì si rendono indispensabili delle deroghe al suo prelevamento per andare a gestire il fenomeno con maggior efficienza ed efficacia. Per altro, ha rammentato, la nostra Regione si è già mossa in questa direzione recependo la Direttiva comunitaria con Legge regionale n.11 del 18 maggio 2021 (Misure di prevenzione e di intervento concernenti la specie lupo) che però al momento non è applicabile nella sua interezza mancando ancora un Piano lupo nazionale.
Relativamente a questo fondamentale Piano, l’Assessore ha comunicato che ormai da due mesi ci si sta confrontando sul tema sia in Commissione politiche agricole CPA che in Commissione ambiente. Trovato l’accordo sull’introduzione nel Piano del già visto criterio di conservazione soddisfacente necessario ad ottenere le deroghe previste dall’articolo 16 della Direttiva Habitat, le Regioni avevano avanzato la richiesta di inserirvi anche degli idonei protocolli stilati con il Ministero e l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale ISPRA. A fronte del rigetto di quest’ultima proposta da parte dei due Enti, si è creata una contrapposizione politica tra alcune Regioni che ritengono detti protocolli indispensabili per l’approvazione del Piano, ed altre – compresa la Valle d’Aosta – che invece, pur concordando sulla loro rilevanza, sono più inclini a trovare un compromesso in considerazione dell’urgenza di avere quanto prima un Piano lupo nazionale. Questo contrasto di posizioni ha fatto sì che allo stato attuale non sia stato ancora raggiunto quell’accordo all’unanimità richiesto per passare alla fase successiva di discussione del Piano in Conferenza Stato-Regioni.
In conclusione, l’Assessore ha riconfermato il suo fermo impegno a lavorare per veder risolte le problematiche che ancora persistono sulla gestione del lupo e dare così risposte concrete ai nostri allevatori che soprattutto nel periodo di alpeggio vedono i propri animali maggiormente esposti al rischio di attacchi predatori, ma ha anche ribadito con forza che tale impegno, per essere davvero incisivo, non può essere diretto a conseguire il declassamento della specie lupo, bensì deve continuare ad essere mirato ad ottenere un Piano nazionale lupo, che sia comprensivo delle deroghe previste dalla Direttiva comunitaria.
Coerentemente a quanto detto e dettagliato con chiarezza, l’Assessore ha chiesto quindi ai proponenti il ritiro della mozione.
La mozione, sottoposta a successiva votazione, è stata respinta.

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