Nel Consiglio regionale tenutosi nelle giornate del 7 e 8 giugno 2023, l’Assessore Marco Carrel ha risposto in modo chiaro ed esaustivo a 2 interrogazioni riguardanti rispettivamente le misure di prevenzione per i danni da predazione e il campetto di calcio del parco giochi Liliana Brivio di Aosta, ed a 3 interpellanze relative alle mele valdostane, alla multifunzionalità in agricoltura, ed alla tabella indennizzi per capi di bestiame.
Alla prima interrogazione con cui si chiedevano notizie circa le domande per l’accesso alle misure di prevenzione dei danni provocati dagli animali predatori al patrimonio zootecnico, l’Assessore ha replicato ricordando in primo luogo che le modalità ed i criteri di concessione di questi contributi sono disciplinati dalla deliberazione di Giunta regionale 1407/2021, e che essi sono mirati a favorire l’attuazione di sistemi e/o azioni di difesa e sorveglianza degli animali, quali l’acquisto di recinzioni di contenimento, di dissuasori faunistici, di cani di guardiania, e le spese per la gestione e sorveglianza delle greggi durante il periodo di monticazione, svolte da un pastore salariato stabilmente presente in alpeggio, dal proprietario o dai collaboratori familiari.
Venendo poi allo specifico quesito, l’Assessore ha asserito che le tempistiche definite dalla sopracitata deliberazione sono state perfettamente rispettate: le domande, presentate entro la data ultima di scadenza del 31 marzo 2023, sono state sottoposte nei 60 giorni successivi ad un’istruttoria da parte della Struttura competente in materia di fauna selvatica che ne ha valutato l’ammissibilità ed ha provveduto a determinare i singoli importi di contributo concedibile. L’esito finale dell’istruttoria è stato comunicato il 31 maggio scorso a tutti gli allevatori richiedenti.
Per completezza di informazione, l’Assessore ha esposto quindi i dati attinenti alle istanze inoltrate ed agli importi investiti per queste misure. Nell’anno in corso sono pervenute 64 domande – in evidente crescita rispetto alle 52 del 2022 e le 56 del 2021 – di cui: 61 ammesse, 1 ammessa solo parzialmente e 2 non ammesse per ragioni che attengono alla mancata rendicontazione della misura di prevenzione già ottenuta nell’anno precedente. L’ammontare del contributo concesso è andato da un minimo di 533,70 euro a un massimo di 10.048,92 euro – contributo medio pari a 2.729,83 euro – per un totale complessivo di 169.249,49 euro. In considerazione del fatto che la disponibilità finanziaria per questi capitoli era stata fissata a 149.821,76 euro, è stata predisposta una specifica richiesta di variazione in aumento nel prossimo assestamento di bilancio per consentire la copertura totale della spesa prevista, e contestualmente 8 allevatori con richiesta approvata sono stati avvisati che la liquidazione del loro contributo sarà effettuata a seguito della nuova disponibilità finanziaria, prevista per il prossimo mese di luglio.
In conclusione l’Assessore ha rimarcato l’ottimo lavoro compiuto dagli uffici competenti che a fronte di un numero di domande maggiorato rispetto agli anni precedenti, hanno conseguito l’obiettivo di svolgere l’intero iter entro i tempi stabiliti dalla norma, consentendo quindi ai richiedenti di poter avviare gli investimenti necessari per la protezione dei propri animali, prima dell’arrivo della stagione estiva.
Sulla seconda interrogazione tesa a conoscere sulla base di quali valutazioni si sia vietato l’uso del campetto da calcio del parco giochi Liliana Brivio – sito ad Aosta in via Festaz – ai bambini di età superiore ai dieci anni, l’Assessore ha esordito affermando che la predetta decisione è stata assunta nell’imperativo di garantire le condizioni ottimali di fruizione pubblica in sicurezza del giardino, e nel rispetto del regolamento approvato con deliberazione di Giunta regionale n.3167 del 30 dicembre 2011, e del regolamento integrativo di questa specifica struttura, in vigore dal 2012 ed esposto all’entrata.
Il parco giochi regionale di cui si sta parlando, ha spiegato, è aperto a tutti ma si è scelto di riservare le attrezzature ludiche, tra cui anche il campetto di calcetto e pallacanestro, all’uso esclusivo dei giovanissimi fino ai 10 anni in base a tutta una serie di articolate considerazioni. In primo luogo i minori di questa fascia di età, a differenza di quelli più grandi, sono accompagnati dai genitori o da altri adulti che di fatto si assumono la piena responsabilità di sorvegliarli e tutelarli durante la permanenza nel giardino, nonché di assicurarsi che ne rispettino i regolamenti. In secondo luogo le predette attrezzature hanno dimensioni ridotte, pensate e realizzate appositamente per i bambini ed i ragazzini delle scuole materne e non certo per ragazzi delle medie o di età ancora superiori. Inoltre, l’utilizzo in particolare del campetto da parte di ragazzi più grandi espone ad inevitabili pericoli aggiuntivi poiché l’energia e la forza da loro espressa nel gioco può generare situazioni di scontro e conflitto nonché incidenti per i più piccoli e per tutti i fruitori del parco. Infine va considerato come i custodi in loco, il cui compito è anche di vigilare sull’osservanza delle regole, incontrino sovente serie difficoltà nel bloccare sul nascere situazioni o condotte pericolose o inappropriate messe in atto dai ragazzi di età maggiore in genere non accompagnati, visto che i loro richiami sono privi di una vera autorità e non possono contare sulla presenza di adulti di riferimento che ne contengano i comportamenti scorretti.
Al termine della sua attenta e precisa disamina, l’Assessore si è detto ben consapevole delle condivisibili preoccupazioni per la limitazione degli spazi di svago per i ragazzi che hanno indotto alla presentazione di questa interrogazione, ma ha ribadito che con questo provvedimento, finalizzato a risolvere le criticità a più riprese manifestatesi, si è voluta privilegiare la necessità di assicurare che il godimento di questa importante area di svago e relax per giovani ed adulti, avvenga con il massimo grado di sicurezza sia per i più piccoli che per tutti i frequentatori.
Alla prima interpellanza inerente la produzione valdostana di mele Golden Delicious e Renetta, l’Assessore Carrel ha ribattuto esprimendo preliminarmente soddisfazione per il fatto che si sia posto sotto i riflettori il nostro settore ortofrutticolo, raramente trattato in Aula nonostante la sua indiscussa importanza nell’ambito dell’economia valdostana. Entrando poi nel vivo dell’argomento, ha riferito che la coltivazione di queste tipologie di melo è ben radicata e diffusa nel nostro territorio in ragione del nostro particolare clima e della nostra conformazione geografica, e che ad occuparsene sono due diverse realtà. Una è quella del buon numero di piccole e piccolissime aziende familiari che producono in maniera estensiva modeste quantità di mele per autoconsumo e per una vendita limitata. L’altra è quella delle diverse imprese frutticole, tra cui la Cofruits soc.coop. a cui 55 soci produttori conferiscono annualmente più di 15mila quintali di mele – in prevalenza Golden e Renetta – che prima vengono conservate in celle a bassa temperatura e in atmosfera controllata, e poi vengono vendute nei punti vendita e sul mercato nazionale tramite una fitta rete di distribuzione. Nel complesso, ha sottolineato, si tratta di una realtà produttiva in crescita e con ampi margini di miglioramento, e si stima che nei prossimi anni il numero di aziende coinvolte in questa coltivazione crescerà sia in termini numerici che di superficie impegnata.
Riguardo al primo quesito sull’esistenza di un censimento delle piante di melo nella nostra Regione, l’Assessore ha dovuto suo malgrado dare una risposta negativa che ha di seguito integrato con un breve excursus delle iniziative già adottate: il catastino frutticolo, il libro “Varietà frutticole tradizionali della Valle d’Aosta” e il fascicolo aziendale del Sistema Informativo Agricolo Nazionale SIAN. Con il primo, istituito negli anni ’90 e ad oggi non più aggiornato, furono censiti Comuni, fogli e mappali su cui erano presenti alberi di melo, al fine di gestire la fitopatia cosiddetta “scopazzi del melo” ed in particolare i contributi per l’espianto ed il rimpianto degli stessi. Il secondo, pubblicato nel 2008 e risultato di diversi studi ed approfondimenti, era un inventario varietale mancante però dei dati quantitativi, che non è stato attualizzato alle varietà introdotte successivamente. Il terzo è l’unico strumento che ci dà ancora informazioni – benché ridotte – sui meleti della Regione, ma va rilevato come non sia di facile consultazione e come si concentri soprattutto sul dato varietale della renetta, che deve essere dichiarata per poter beneficiare del premio di biodiversità. Questa situazione non certo favorevole dovrebbe però a breve migliorare, ha assicurato l’Assessore, grazie all’adozione dello schedario frutticolo nazionale, approvato con Decreto Ministeriale 241179/2022. Il 24 marzo scorso gli uffici competenti dell’Assessorato hanno partecipato ad un incontro con l’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura AGEA – ente deputato alla creazione del predetto schedario – in cui si è annunciato che su tutto il territorio nazionale è stata completata la carta dei suoli e che nei prossimi mesi si prevede di fornire le parcelle frutticole e il software di implementazione ai Centri Assistenza Agricola CAA che saranno i veri gestori dello schedario.
In relazione al secondo quesito inteso a sapere come si pensi di promuovere le mele riconosciute Prodotti Alimentari Tradizionali, l’Assessore ha elencato le azioni che si stanno attualmente ponendo in essere in tal senso: gli appuntamenti annuali di Show Cooking e di degustazione dedicati a ricette con ingrediente principale la mela; la partecipazione alla manifestazione Mele Vallée ad Antey-St-André con uno stand istituzionale in cui tecnici specializzati si occupano di informazione e promozione delle varie tipologie di mele valdostane; la presenza all’interno del Marché au Fort di vari produttori nonché della cooperativa Cofruits, e l’organizzazione in questo contesto di momenti di approfondimento con protagonista il prodotto mela.
L’Assessore ha infine reso noto che nel corso del 2021 gli uffici dell’Assessorato hanno lavorato in collaborazione con la Cofruits soc.coop. e l’Institut Agricole Régional, alla predisposizione di tutta la documentazione necessaria per ottenere l’indicazione geografica “Mele della Valle d’Aosta”, ma che l’istanza è stata rigettata dal Ministero competente per questioni puramente formali di ricerca storica. Ha quindi espresso la sua speranza che, grazie ai dati raccolti dal predetto schedario frutticolo nazionale, si possa nel prossimo futuro riavviare la procedura con maggiore efficienza ed efficacia, fino all’ottenimento del riconoscimento.
Sulla seconda interpellanza concernente il tema della multifunzionalità in agricoltura, l’Assessore Carrel ha proceduto all’esame dei singoli quesiti, rispondendo a ciascuno in modo puntuale e dettagliato.
In merito alle tempistiche previste per il deposito del disegno di legge di riforma della l.r. 29/2006, l’Assessore ha riconfermato che entro il mese di luglio 2023 si procederà alla chiusura del tavolo di lavoro ed alla presentazione della bozza all’ufficio legislativo che provvederà a valutarla ufficialmente, dopodiché verrà esaminata in Giunta per poi iniziare l’iter prima nella Commissione consiliare competente per il dibattito tecnico e politico sulle eventuali migliorie, e quindi in Consiglio per la discussione e l’approvazione che si auspica avvenga nel prossimo autunno, fatti salvi i tempi delle varie audizioni e dei vari emendamenti eventualmente proposti.
A proposito del già citato tavolo dedicato all’elaborazione della proposta, l’Assessore ha puntualizzato che ne fanno parte integrante tutte le strutture pubbliche e regionali chiamate ad esprimersi sull’articolato nonché gli operatori agrituristici che da tempo sollecitano questa revisione, ed ha notificato che sarà possibile ampliare il confronto ad altre associazioni di categoria come l’Associazione regionale degli allevatori valdostani AREV, l’Associazione nazionale allevatori bovini di razza valdostana A.N.A.Bo.Ra.Va., il Consorzio vini, il Consorzio frutticolo e tutti gli altri portatori di interesse, al fine di avere una visione più ampia della questione e dare risposte più mirate ed efficaci all’intero comparto. In ogni caso, l’Assessorato sta già organizzando incontri con le parti interessate, e due si sono tenuti di recente: il 31 maggio con le strutture Pianificazione territoriale, Patrimonio paesaggistico e architettonico, e Strutture ricettive e di commercio; e il 6 giugno con i rappresentanti dell’Associazione degli Albergatori e Imprese Turistiche della Valle d’Aosta ADAVA e con le associazioni di categoria interessate dal provvedimento. Per il mese di giugno sono già stati programmati altri due passaggi: la prossima settimana si terrà una riunione con i dirigenti dello Sportello Unico Enti Locali della Valle d’Aosta SUEL e di altre strutture regionali; ed il 13 giugno sarà convocato un tavolo di lavoro congiunto per confrontarsi sul testo nel modo più definitivo possibile. Inoltre con il Provvedimento dirigenziale 1859/2023 è stato conferito all’Avvocato Gemma Coquillard l’incarico per il coordinamento del tavolo di lavoro, per limare la proposta di norma dal punto di vista legislativo, procedere alla sua ultimazione ed alla preparazione di tutta una serie di delibere di Giunta per l’attuazione della nuova disposizione di legge.
Per quanto attiene ai commi 5bis e 5ter dell’articolo 3 della legge regionale 29/2006 l’Assessore ha specificato che entrambi saranno interamente rielaborati nella nuova proposta di legge a fronte dei diversi problemi sia tecnici che fiscali legati all’attuale enunciazione, anche se la ratio che ne costituisce il fondamento verrà conservata.
Nell’intento di rendere con chiarezza quali siano le problematiche dei due commi e come si intenda operare per loro riformulazione, l’Assessore è passato a trattarli brevemente nel dettaglio.
Sul comma 5 bis, che introduce la possibilità di prevedere, nei pressi di strutture agrituristiche, degli spazi aperti destinati all’insediamento temporaneo di un massimo di tre tende o caravan per un massimo di nove persone ospitate alle quali siano riservati un servizio igienico, una doccia e un lavabo, l’Assessore ha evidenziato che la sua formulazione è suscettibile di fraintendimenti in quanto non vi è espressamente specificato chi siano i soggetti titolati a poter ospitare detti insediamenti. L’ospitalità all’aperto verrà quindi ad essere ridefinita e regolata con esattezza nel novello testo di legge, nel rispetto del principio che ha portato ad escludere la possibilità di effettuare agricampeggio per ragioni connesse con la tutela del paesaggio, ma anche venendo opportunamente incontro all’esigenza di aumentare i posti letto e le possibilità di offrire nuove esperienze ai visitatori dei nostri alpeggi e delle nostre aziende agricole. La logica che resta cardine di questa rielaborazione, è quella di impegnarsi per veder crescere le aree destinate all’agriturismo nell’ambito delle imprese agricole e zootecniche per garantirgli introiti aggiuntivi, ed al contempo ribadire come in questi casi tale forma di ospitalità debba mantenere carattere di occupazione secondaria e complementare rispetto a quella primaria di produzione tradizionale, che svolge un ruolo fondamentale nella nostra economia regionale.
Sul comma 5ter l’Assessore ha fatto notare che esso introduce impropriamente all’interno della disciplina dell’agriturismo – vincolata al superamento di un corso di formazione ed a precise regole di esercizio – anche la somministrazione dei prodotti destinati alla vendita da parte di agricoltori ed allevatori, che nulla vi ha a che fare in quanto regolata da una legge quadro nazionale. Per altro il comma, utilizzando il termine “degustazione” e prevedendo l’ampliamento a pane e vino anche se non prodotti direttamente, descrive un’azione non supportata da alcuna previsione normativa perché configurabile quale somministrazione di tipo commerciale, quindi in contrasto con le norme sull’agriturismo. La materia va quindi interamente riconsiderata, ha concluso, aggiungendo che ad oggi si sta già lavorando, su sollecitazione anche di diverse associazioni di categoria, alla progettazione di un corso abbreviato con rilascio di un attestato per dar modo ad agricoltori ed allevatori di poter organizzare merende ed altre iniziative consimili, mirate a far conoscere i propri prodotti e valorizzare le proprie attività soprattutto in alpeggio.
Alla terza interpellanza avente per argomento la tabella indicativa, riportata all’allegato 2 della deliberazione di Giunta regionale n.1407/2021, recante i valori economici per l’indennizzo dei capi di bestiame oggetto di predazione, l’Assessore Carrel ha risposto precisando che ad oggi non si è mai provveduto ad un suo aggiornamento ma che l’Assessorato resta pienamente disponibile ad ipotesi di confronto per apportarvi indici di correzione, nel caso se ne configuri la fondata necessità. Ha quindi chiarito che i valori elencati in detta tabella sono stati la risultante di un approfondita analisi condotta nel 2021 in collaborazione con le diverse strutture competenti e le associazioni di categoria, e che nella loro definizione sono stati tenuti in conto sia il valore di mercato degli animali che le peculiarità delle razze della nostra Regione, con particolare attenzione a quelle autoctone.
L’Assessore ha poi comunicato che, in assenza di riferimenti nazionali idonei a rappresentare la realtà zootecnica valdostana, la Chambre Valdôtaine, su richiesta dell’Assessorato all’Agricoltura, ha istituito con deliberazione della Giunta camerale n.42 del 23 giugno 2021 un’apposita Commissione per la rilevazione dei prezzi degli animali da vita e da macello delle diverse categorie, di cui fanno parte l’AREV, l’A.N.A.Bo.Ra.Va, e la Coldiretti VDA in rappresentanza delle associazioni di categoria. Detta Commissione ha individuato, su indicazione dell’associazione degli allevatori, una lista di aziende zootecniche bovine e ovicaprine presso le quali raccogliere due volte all’anno i dati necessari ad eseguire, in maniera anonima ed aggregata, i calcoli per la determinazione dei valori medi di mercato da utilizzarsi come riferimenti regionali. Nei due anni successivi le aziende individuate sono state più volte contattate e sollecitate, ma nonostante l’iniziale disponibilità, si è dovuto prendere atto che nessuna tra loro ha proceduto a trasmettere quanto richiesto e che l’incontro fissato per il 21 febbraio 2023, al fine di stimolare una maggiore partecipazione, è andato deserto. Vista quindi l’indisponibilità degli allevatori, la Chambre Valdôtaine è stata costretta a sospendere il progetto con deliberazione n.35 del 9 maggio 2023.
In chiusura del suo intervento, l’Assessore ha riaffermato che ogni valutazione sull’opportunità di aggiornare la tabella degli indennizzi non possa prescindere dalla raccolta di informazioni aggiornate e concrete provenienti dalle nostre aziende zootecniche, che devono essere quindi maggiormente sensibilizzate a prendere parte attiva ad iniziative pensate ed avviate nel loro stesso interesse.
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