CONSIGLIO REGIONALE 22-23 NOVEMBRE 2023 – Gli argomenti trattati dall’Assessore all’Agricoltura e Risorse naturali Marco Carrel

23 Novembre 2023

Nel secondo Consiglio regionale del mese di novembre, l’Assessore Marco Carrel è intervenuto per rispondere in modo accurato ed esauriente a due interpellanze aventi rispettivamente come temi il fenomeno lupo ed il ripopolamento ittico; ad un’interrogazione sugli impianti vitivinicoli valdostani; e ad una mozione sul sentiero ufficiale per la salita al Mont Avic.

In risposta alla prima interpellanza con cui si domandavano informazioni circa i dati sulle predazioni ad opera di lupi trasmessi all’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale ISPRA, l’Assessore Carrel ha innanzitutto puntualizzato che al predetto Ente pubblico è stato commissionato dal Ministero della Transizione Ecologica uno studio nazionale per stimare gli effetti sul settore zootecnico italiano degli attacchi portati da questa specie, nell’arco temporale tra il 2015 ed il 2019.

In seguito ad una richiesta formale inoltrata da ISPRA a 17 Regioni – Valle d’Aosta compresa – i nostri uffici competenti hanno provveduto a fargli pervenire tutti i dati in merito agli atti di predazione verificatisi nel nostro territorio ed ai risarcimenti dei danni erogati. Le risultanze di questo studio sono state illustrate nel documento pubblicato nel luglio 2022 con il titolo “Stima dell’impatto del lupo sulle attività zootecniche in Italia. Analisi del periodo 2015 – 2019”. Al punto 5.1.3 di questa pubblicazione, si legge che per la Valle d’Aosta “Le somme concesse a titolo di indennizzo durante l’intero periodo 2015-2019 sono state in totale € 76.942 per una media di € 15.388 annui. La tendenza temporale ha evidenziato un generale aumento. Gli importi erogati a titolo di indennizzo si riferiscono al 72,7% degli eventi di predazione, poiché nel restante 27,3% nessun’informazione era disponibile riguardo ad eventuali compensazioni economiche del danno”.

Venendo poi alla questione posta con l’interpellanza l’Assessore ha chiarito che il 27,3% dei casi (corrispondente a 44 episodi di predazione) per cui non sono stati inviati dati, sono relativi agli anni 2018 e 2019. Per quanto attiene ai 32 episodi del 2018, sono stati gestiti solo per quell’anno dall’Association Régionale Eleveurs Valdôtains AREV attraverso la stipula di un’apposita assicurazione, e quindi gli uffici regionali non erano a conoscenza degli esiti dei procedimenti e delle cifre assegnate. Per quanto attiene ai 12 episodi del 2019, gli indennizzi non sono stati corrisposti a causa della mancata adozione dei sistemi di protezione da parte degli allevatori, così come previsto dalla Deliberazione di Giunta Regionale DGR 1069/2019 allora in vigore. Ad oggi questa norma è stata in parte riconsiderata con la successiva DGR 1407/2021 che all’articolo 5, punto 3 dell’allegato 1 sancisce che “In caso di non adozione o carenza dei sistemi di prevenzione, il risarcimento del danno è ridotto del 10% per il primo evento dannoso e del 50% per il secondo evento dannoso. Dopo il secondo evento dannoso, in caso di non adozione o carenza dei sistemi di prevenzione, la domanda di risarcimento del danno non è più presa in considerazione”.

Per completezza di informazione, l’Assessore ha riportato che nel 2020 hanno avuto luogo 48 episodi di predazione per un totale di 27.076 euro di risarcimenti; nel 2021 ne sono stati accertati 37 per un totale di 15.143 euro di risarcimenti; nel 2022 se ne sono registrati 48 per un totale di 46.939 euro di risarcimenti; mentre per il 2023 le pratiche risarcitorie sono ancora in fase di istruttoria.

In conclusione l’Assessore ha formulato la speranza che in futuro vengano avviati altri studi ampi ed approfonditi sul fenomeno lupo, che potranno certamente essere di grande aiuto nell’approntare strategie sempre più efficaci per salvaguardare il patrimonio zootecnico regionale e dare risposte concrete ai nostri allevatori.

 

In risposta alla seconda interpellanza finalizzata ad apprendere novità o aggiornamenti sulle procedure di ripopolamento ittico, in particolare della Dora Baltea, in vista della stagione di pesca 2024, l’Assessore Carrel ha ribattuto informando preliminarmente che le direttive vigenti in materia di immissione ittica impongono di utilizzare allo scopo unicamente specie autoctone, ma è altresì possibile ottenere una deroga a tale principio mediante un’autorizzazione concessa dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, sulla base di uno studio del rischio redatto dalla Regione interessata, e previo parere dell’ISPRA. Le specie ittiche riconosciute autoctone valdostane sono la trota marmorata ed il temolo, entrambe da tempo in via di estinzione ed in numero insufficiente per usarle a fini di ripopolamento, nonostante i diversi progetti di recupero e riabilitazione già avviati.

Visto questo stato dei fatti, nel 2021 la Regione Valle d’Aosta, in accordo con il Consorzio Regionale Pesca, ha chiesto e ricevuto l’approvazione del Ministero competente a poter immettere nei propri torrenti, nel periodo 2022-2023, esemplari sterili di trota iridea e trota fario, per incentivare e sostenere la pesca sportiva.

Giunti quasi al termine di questo biennio, ha spiegato l’Assessore, e preso atto con gli ultimi controlli che la situazione delle due specie ittiche è rimasta purtroppo sostanzialmente invariata, è stato giudicato necessario riavviare ancora il sopradescritto iter, ripresentando un nuovo studio del rischio attualizzato alle azioni svolte negli ultimi due anni. In data 18 ottobre 2023 è stato emanato il provvedimento dirigenziale n.6062, con cui si affida il servizio tecnico per l’aggiornamento di questo studio ad una Società operante nei settori dell’acquacoltura, dell’ittiologia e dell’ecologia acquatica, e che ha maturato una grande esperienza della realtà alieutica valdostana lavorando da anni su tutto l’arco alpino e collaborando con il nostro Consorzio Regionale Pesca. Il citato servizio tecnico prevede l’esecuzione di attività di campionamento della fauna ittica; l’elaborazione dei dati raccolti; l’aggiornamento dello studio del rischio e la preparazione dell’istanza di rinnovo dell’autorizzazione. Non appena predisposta la documentazione, si provvederà ad inoltrarla al Ministero competente.

Passando poi a trattare della Dora Baltea, l’Assessore ha reso noto, che essa costituisce l’unico corso d’acqua regionale di presenza storica della trota marmorata e del temolo, e pertanto non può mai ed in nessun caso divenire oggetto di immissioni di popolazioni ittiche alloctone, che potrebbero compromettere e mettere a repentaglio l’esistenza delle due specie autoctone a cui vanno riservate le massime attenzioni di tutela.

 

In risposta all’interrogazione con cui si chiedevano notizie circa le quote per gli impianti vitivinicoli della Valle d’Aosta, l’Assessore Carrel ha confermato con soddisfazione che grazie all’impegno profuso dall’Assessorato Agricoltura e Risorse naturali, in cooperazione con il Consorzio Vini Valle d’Aosta e con i corrispondenti Assessorati di altre Regioni – primo tra tutti quello Ligure – è stato raggiunto il traguardo di veder innalzata la soglia minima di reimpianti annuali fissata nel Decreto del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, che disciplina il sistema delle autorizzazioni nel settore in attuazione del Regolamento UE 1308/2013.

Passando poi a dettagliare i singoli passaggi che hanno portato a questo esito positivo, ha precisato che il caposaldo da cui si è partiti è stata la valutazione, effettuata di concerto con referenti del comparto vitivinicolo, di come il tetto minimo di 10 ettari di impianti annuali preordinato, risultasse con chiara evidenza insufficiente a soddisfare i bisogni dei nostri viticoltori che oscillano tra 15 e 25 ettari.

Coerentemente con questa valutazione, in data 11 settembre 2023 durante la riunione della Commissione Politiche Agricole CPA tenutasi a Napoli, l’Assessore ha evidenziato l’esigenza di ampliare questa soglia ed è stato conseguentemente invitato dal Ministro competente, presente all’incontro e da subito disponibile, ad inviare una richiesta ufficiale in tal senso.

Il 27 settembre 2023, dopo diverse interlocuzioni tra l’Assessore ed il suo omologo della Regione Liguria, è stata siglata una nota congiunta a firma di entrambi, con cui si chiedeva alla CPA di prendere posizione rispetto alla comune proposta di stabilire quote di reimpianti annuali pari a 30 ettari.

Durante la seduta del 10 ottobre 2023, la CPA si è pronunciata sulla questione con voto favorevole, trovandosi in pieno accordo con i contenuti espressi e sottolineando come tale misura rispondesse alle esigenze di cura del paesaggio, di sicurezza delle montagne, e di sostegno allo sviluppo del settore agricolo.

Il 13 ottobre 2023 il coordinatore della CPA ha inoltrato con grande celerità la richiesta ufficiale condivisa da tutte le Regioni, al Ministero competente.

In data 30 ottobre 2023, il Ministro, ritenendo ammissibili le ragioni alla base della predetta richiesta, ha dato mandato ai propri uffici di apportare le opportune modifiche al Decreto.

Al momento, ha affermato l’Assessore, siamo ancora in attesa del varo di questo provvedimento e perciò non possiamo dire che l’iter sia completato, ma l’impegno politico assunto da tutte le Regioni e dal Ministero, ci consente di affermare che siamo nella direzione giusta, e che auspicabilmente le nuove disposizioni diverranno operative già per le assegnazioni del 2024.

In chiusura l’Assessore ha ringraziato gli uffici del Dipartimento Agricoltura per l’ottimo lavoro compiuto e gli Assessorati delle altre Regioni per il fruttuoso confronto e l’apertura al dialogo dimostrate, ed ha manifestato l’auspicio che la sinergia creatasi tra l’Assessorato Agricoltura e Risorse naturali ed il Consorzio Vini Valle d’Aosta produca in futuro altri fondamentali risultati mirati alla valorizzazione e l’incentivazione del settore vitivinicolo d’eccellenza valdostano.

 

Alla mozione con cui si sollecitava l’impegno ad individuare e programmare per il 2024, i lavori per rendere la salita al Mont Avic un sentiero ufficiale, l’Assessore Carrel ha replicato a nome del Governo che allo stato attuale, pur comprendendo e condividendo l’intento di valorizzare una vetta che rappresenta il simbolo del Parco Naturale omonimo, non si ravvede la possibilità di procedere come voluto dai proponenti, per due motivazioni che è passato di seguito ad esporre.

La prima motivazione è legata all’importanza di garantire le necessità di convivenza all’interno del Parco seguendo le indicazioni del suo Piano di Gestione che consiglia di approcciarsi con estrema prudenza all’eventualità di definire nuovi tracciati in un contesto in cui si contano già 100 chilometri di rete sentieristica, che permettono di accedere a tutte le maggiori zone di interesse di quest’area protetta.

La seconda motivazione è legata al fatto che per le caratteristiche ambientali soprattutto della parte finale, la salita al Mont Avic è classificata come un’ascesa alpinistica, che al pari delle molte altre presenti sul nostro territorio, richiede a chi voglia percorrerla di possedere adeguate capacità tecniche e fisiche, ma anche le competenze per analizzarne le insidie e per scegliere l’itinerario più idoneo da seguire. Trasformare quindi quella che è una via prettamente alpinistica in un cammino escursionistico, ha specificato l’Assessore, solleva due problematiche tra loro molto diverse ma entrambe di assoluta rilevanza.

In primo luogo per conseguire tale obiettivo si dovrebbero eseguire tutta un’articolata serie di lavori per mettere in sicurezza il tracciato e per superare le complicazioni di un percorso decisamente arduo ed impervio. Detti lavori imporrebbero preventivamente l’avvio di indispensabili studi di valutazione tecnica e geologica, essenziali per comprovarne la fattibilità, nonché l’impiego di nuovi ed ingenti stanziamenti economici e di risorse.

In secondo luogo la realizzazione di questo progetto genererebbe delle ingiustificate aspettative in tutti coloro che non hanno le conoscenze e le abilità per affrontare salite di questa difficoltà, aumentando in maniera esponenziale la probabilità che essi ne sottostimino la complessità, esponendosi al pericolo di incorrere in incidenti ed infortuni.

La caratteristica peculiare della nostra Regione, ha ribadito in conclusione l’Assessore, è quella di essere un territorio alpino che può vantare vette di impareggiabile bellezza ma i percorsi che conducono ad alcune di esse, tra cui quella del Mont Avic, non possono e non devono perdere la loro connotazione alpinistica per assumere quella escursionistica, perché questo significherebbe alterarne la natura e veicolare l’erroneo messaggio che tutte le cime siano accessibili con relativa facilità tramite dei sentieri, e senza avvalersi di professionisti del settore.

La mozione, sottoposta al voto, non è stata approvata.

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